Complice l’ennesimo rialzo dei mutuo e l’andamento dell’inflazione a causa del conflitto bellico alle porte, il calo delle transazioni immobiliari ora si fa sentire. Secondo le ultime statistiche regionali OMI, nel I trimestre 2023 le compravendite di abitazioni, nuove e usate, sono in calo del 8,3%. Se le abitazioni già costruite e da ristrutturare si fermano a -7,2%, sono quelle di nuova costruzione ad avere la peggio, con un calo che si quantifica in un -19,8%.
I dati delle compravendite, relativi agli otto capoluoghi principali d’Italia, evidenziano un calo ancora peggiore, pari al 13%, con Bologna e Milano che si distinguono per i cali più elevati, che misurano tassi tendenziali del -23,9% e -22,9% rispettivamente. La diminuzione torna nella media Italiana per Roma, sebbene la stessa sia superiore al 10%, seguita da Firenze, Torino e Napoli.
“Su Milano la riduzione di compravendite non migliorerà nell’anno corrente, ci vorranno almeno 24-36 mesi per vedere una ripresa sostanziosa delle transazioni”, fa sapere Enzo Albanese di Idee Urbane. La frenata, figlia della crescita dei tassi di interesse e di una situazione che godeva di tassi di interesse forse irripetibili, spinge gli italiani all’attesa. Il prodotto sui portali aumenta, poiché diminuiscono el vendite. I prezzi si sono fermati, anche se tarderanno a scendere. Il cosiddetto repricing dipenderà anzitutto dall’andamento delle imprese, dall’occupazione. Se la crisi economica colpirà duro e in maniera prolungata, è molto probabile che i prezzi delle case scenderanno; se invece la crisi sarà più leggera e superata in tempi brevi, la riduzione dei prezzi tanto sperata potrebbe essere poco percettibile o, ancor peggio, potrebbe non arrivare mai.